Perchè si dice così? Perchè si dice Suicidio Assistito? Perchè non si trova un altro modo di dire? Abbandono della Sofferenza? Abbandonare la Sofferenza? Non è meglio? Con il termine Suicidio Assistito non si aiuta a comprendere ma si alimenta un senso di colpa, un senso di errore/orrore verso un’azione che determinate circostanze portano a vagliare come possibilità per risolvere situazioni insostenibili. Situazioni assurde alcune obbligate da tracheotomie che fanno rimanere il malato in vita che lo voglia o no. E scopre, passo dopo passo, un calvario tremendo del quale nessuno gli aveva mai raccontato con precisione. Già. Senza un tubo in gola per respirare e, in seguito, uno per la nutrizione, dritto allo stomaco, il malato poteva morire serenamente in un tempo più o meno breve. Ricordando la sua degna vita. Invece si ritrova, anno dopo anno, immobilizzato, dolorante. Per esempio: pieno di catarro che non può espettorare perchè tutto è paralizzato, e chi lo aiuta è costretto a estrarre tutto il muco una macchina, anche più di 20 volte al giorno, che gli provoca grandi dolori.
Cosciente, muove solo gli occhi. E questa è vita? E questa è salvezza? E questo è rispetto per l’essere umano? Anche questo è il punto d’arrivo dell’accanimento terapeutico che ciecamente impone di vincere comunque sulla Morte. In qualsiasi modo. Ma che senso ha? Che rispetto c’è? Cosa si tiene in vita? Un grumo dolorante di sofferenza.
E’ necessario lasciare all’essere umano il rispetto di se stesso e la possibilità di poter uscire dalla sofferenza. Non è facile per nessuno decidere della propria vita. Non è uno scherzo decidere di togliersi la vita. Certe situazioni sono talmente insostenibili che bisogna avere il diritto di poter dire la parola fine. Fine alle sofferenze. Fine di una vita attaccati alle macchine.
Sono iscritta, da anni, a Dignitas. Una delle Associazioni Svizzere che ti aiutano quando devi fare questa scelta. Ogni anno faccio una donazione. Il loro non è un compito facile. Tutt’altro. Ci ho pensato tante volte. Ci avete mai pensato? Dovesse venirmi mai una malattia senza speranza: dall’Alzheimer alla Sla, non me la sentirei di arrivare sino alla fine come propongono ora. Per la Sla dovrei avere la lucidità , nel momento in cui non riesco più a respirare, di non farmi fare la tracheotomia ( l’ha fatto la mamma di una mia amica e se ne è andata naturalmente in brevissimo tempo) ma come ci arriverei? E l’Alzheimer? E parlo solo di due grandi malattie di questo secolo chissà quante altre ce ne sono! Da sola se avessi l’Alzheimer cosa potrei fare? E se vivessi sino a 100 anni? Dove ? Come? Senza sapere chi sono? Ritornerei come un feto? Come mi tratterebbero? Chi?
Allora quanto coraggio sarebbe necessario per trovarmi di fronte a questa decisione? che farei? In quel momento in una camera dove, appena bevo quella cosa smetto di vivere. E se…dopo qualche anno trovano la medicina giusta? E come farei con la morale che ho – che la vita va vissuta sino in fondo – a prendere quella decisione? Non deve essere assolutamente facile. Provate a immedesimarVi in quella stanza, in quella situazione. Provate a pensare. Le situazioni conosciute di queste due malattie prese come esempio, perchè proseguire non sarebbe una vita degna per qualsiasi essere umano.
Scrivo questo perchè non bisogna pensare che le persone che optano per questo lo facciano con facilità. Non si può condannare senza conoscere la storia personale di chi prende una decisione del genere. Tutt’altro. Lasciare la libertà di scelta è doveroso.
Ci sono delle situazioni che è necessario affrontare così. Quella di DJ Fabo: tremenda, dolorosissima. Per lui fu la liberazione. Perchè si vuole condannare chi lo ha aiutato? In favore di quale morale? Senza tubi se ne sarebbe andato prima, evitando tante sofferenze. Ha tentato, comunque a provato a proseguire, ma comprendi che non ha senso , che non è vita, è sofferenza inutile, costruita da un respiro artificiale, dolorosa, umiliante. E allora? Bene. Lasciamo la libertà di scegliere! Per cortesia: Rispetto per l’Uomo. Rispetto per il Nostro Spirito, la nostra Intelligenza. la nostra capacità d’amare e di amarci. Ama il prossimo Tuo come te stesso. Se tu fossi stato nei suoi panni avresti voluto che qualcuno ti permettesse di scegliere oppure che ti obbligasse alla sofferenza? Fai un pò tu, tu che stai leggendo. Pensaci.
Per cortesia: almeno il primo passo. Il testamento biologico. Che venga scritto sulla carta d’identità : rianimare si / rianimare no. Che si segua la volontà del paziente non quella della legge che deve preservarci da cosa? Dal finire come mummie viventi?
Lasciamo che la Vita faccia il suo corso quando è la Vita stessa che interviene perchè si inciampa su un destino nemico. Rispettiamola in tutte le sue manifestazioni, seguiamola nel suo volere perchè, quando le ci si oppone arriva solo enorme sofferenza.