Il nulla.

Il nulla. Nessuno studio dentistico. L’ispettore, con la sua idea che non riusciva a svolgere, doveva chiedere al Ferraris qualcosa. Non sapeva come. Quasi le otto di sera. Bar vuoto. Tutti a mangiare e a guardare il telegiornale tra una forchettata e una cucchiaiata. L’ispettore salutò. Era sulla porta e vide il Ferraris arrivare. Codino, mocassino, camicia da cow-boy con il colletto alzato. Dove andava?

Da nessuna parte in quel momento perchè si spaventò e cadde miseramente dalla bicicletta. L’ispettore, quasi in preda alla gioia per aver agguantato la preda, corse a soccorrerlo.

“Signor Ferraris cosa succede? Dove stava andando tutto agghindato?”. “Come sa il mio nome? Cosa vuole? Ho fatto qualcosa di male?”.

Giovanni era spaventato. quella volta non era andata bene ma voleva mostrare come era solerte e dire che ci avrebbe riprovato. 90, si 90, ma non c’erano. Se aveva imparato a misurare la pressione poteva proseguire e avrebbe avuto dei denti nuovi. Così sperava.

L’ispettore gli disse di non preoccuparsi, era il suo lavoro essere curioso e chiedere e gli disse anche che l’altra sera aveva visto, facendo per un giro nel paese, una lucina verde intermittente a casa sua, almeno così gli avevano detto e il cognome era quello.

Un brivido corse lungo la schiena di Giovanni, affranto, con la camicia bella tutta sporca di polvere, il pantalone strappato e un braccio tutto graffiato dall’asfalto.

Quella sera non poteva andare a fare ammenda. la lucina verde, sì, quella lì – ma era così visibile dalla strada? – era dello spazzolino elettrico. L’aveva scelto tra i premi, con i punti del super. L’aveva consigliato l’Anna, la cassiera che teneva tanto all’estetica e gli diceva che aveva dei denti da schifo, che doveva curarseli.

Ecco come si frantumò al suolo l’unica ipotesi dell’ispettore. Affranto come la sua preda.

Non sapeva che Giovanni era invaghito da anni di Anna. Da quando la vide dieci anni prima, alla cassa, il primo giorno di lavoro. Quando arrivò in quel luogo sperduto, inviata dalla sede centrale. Disperata tra le nebbie e i campi e niente di più. La vedeva ogni sera perchè l’aspettava e di nascosto la scortava fino a casa, così che non le succedesse nulla per la strada.

Si era invaghito per il profumo di mughetto, che si sentiva almeno dal terzo carrello in coda. Anna era a quella cassa. E Giovanni la scortava forse solo per portare a casa un pò di quel profumo e poter sognare di lei.

Anna abitava in una casetta al bordo del paese, giallo ocra vicino a quella che era dell’ubriacone, dipinta di arancio fosforescente – per la nebbia – e quel cugino unico erede di un disastro invendibile la stava facendo cadere a pezzi piuttosto che darle una mano di bianco… Anna tutte le sere soffriva un pò per quel colore orribile, anche se d’inverno vedere tutto quell’arancio comparire pian piano nella nebbia chiara delle scure sere invernali, le dava quel senso di sicurezza di quando si è quasi arrivati.

Anna, pensò l’ispettore, andrò a trovarla al super domani.

Foto in evidenza: Il nulla.

Per più colti : il nulla 2

Lucio Fontana
Alla cassa..profumata di mughetto

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