Maddalena non aveva ancora trent’anni e non aveva mai avuto una storia d’amore.
Per tutti in paese era una un po’ strana ma lei non ci aveva mai fatto caso.
Era una brava ragazza, buona e bella, forse la più bella. Era andata via così, all’improvviso, per andare in città e adesso tornava dopo il libro, dopo la malattia, chissà come l’avrebbero accolta.
Scese dal treno e s’incamminò verso casa.
Sulla strada aveva visto un paio di persone che conosceva, avevano scambiato un cenno di saluto.
Quando arrivò davanti al Bar “Il Bersagliere” decise di entrare.
Antonio era di spalle, verso la macchina del caffè.
“Buongiorno, un caffè, per piacere” disse lei aspettando che si girasse.
“Maddalena! Ben tornata!” le rispose Antonio ancora prima di voltarsi.
Era tornata, finalmente. Antonio lo sapeva ed era molto contento. A lui Maddalena era sempre piaciuta ma non si era mai fatto scoprire. Per lui era troppo presto ma adesso aveva deciso di tornare, allora poteva procedere.
Maddalena la sua esperienza l’aveva fatta, le fantasie della gioventù erano state soddisfatte? Lo sperava.
Comunque lo sapeva che sarebbe tornata.
Aveva addosso il braccialetto e il segnale era ricomparso, probabilmente appena scesa dal treno.
“Ciao! Antonio! Hai riconosciuto la voce! Ma che bello! Come stai?” rispose lei tutta contenta. Si era ricordato di lei. A lei era sempre piaciuto ma non si era mai fatta scoprire.
Adesso era tornata, gli avrebbe chiesto un lavoro al bar così si sarebbero potuti conoscere, stare insieme sul lavoro e poi chissà.
Arrivò a casa, entrò in cortile e la madre stavano piantando i bulbi nelle aiuole.
“Mamma?” disse. “Figlia?” le rispose la madre.
Armida era una donna fantastica, sempre super positiva, con Arnaldo, suo padre, formavano una bella coppia.
La loro casa, dicevano tutti, era la più bella del paese.
Armida ci teneva moltissimo alla sua casa, specialmente al cortile: le quattro aiuole che lo contornavano erano delle oasi di verde. Ciascuna con il suo stile.
Maddalena, figlia unica, era molto amata. I genitori accettarono, anche se non di buon grado, la sua partenza per la città e adesso, forse, era tornata per restare, lo sperava.
“Maddalena! Che bello riaverti qui con noi! Dai, vai a mettere le tue cose in camera e torna ad aiutarmi, così chiacchieriamo, chissà stasera tuo padre! Che sorpresa gli farai!”.
La figlia era così contenta di essere lì.
Lì era la sua vita, era stato così faticoso il suo soggiorno in città, quell’esaurimento nervoso e non l’aveva detto. Avevano letto il libro
Si sedette sul suo letto e ripensò a quell’anno, era trascorso poco lontano da casa ma le era successo di tutto.
La ricerca del lavoro, lo trovò subito in un bar, l’ospitalità della sua amica delle elementari e poi la stanza in affitto e poi quell’energia pesante che le cadde addosso come un macigno senza spiegazioni, il ricovero, il terapeuta e il libro – che forse serviva più a lui – scrisse, come un salvatore, la prefazione e fu invitato a varie conferenze – forse per questo era distratto, quando lei gli raccontò del secondo, dell’ispirazione.
E poi quella folle storia che aveva raccontato alle mamme, al parco giochi, prima di decidersi di partire.
Un anno molto strano.
Era lì, pensava a tutti quegli eventi, rigirando il braccialetto di metallo verde, con quelle pietre – come le aveva detto che si chiamavano? – Gatteggianti? Biancastre, avevano la particolarità di prendere strani riflessi alla luce, erano molto belle.
Antonio glielo regalò – un portafortuna per la tua avventura – le disse prima della partenza.
La sera fu festa grande. Era felici che fosse ritornata a casa.
Il giorno dopo andò al bar e chiese se poteva lavorare lì.
Antonio non aspettava altro e la fece iniziare subito.
I primi giorni, il bar si riempì più del solito, tutto il paese passava per salutare Maddalena, finalmente a casa.