Fino ad ora ho descritto la madre, la casa, ma ho tralasciato il figlio. Come avevano fatto tutti dalla sua nascita.
Renato, mia nonna lo descrisse come un bell’uomo, alto, ben piantato, sempre vestito in modo elegante. Passeggiava sul lungolago al tramonto, era molto abitudinario, salutava tutti ma non si fermava con nessuno. Non si capiva se fosse timido o troppo snob.
Il piccolo Renato nacque tra il ritorno di un soggiorno in Kenya e la partenza per Parigi. Fu un fastidio fin dall’inizio. Donna Elvira costretta a fermarsi al lago per partorire il rampollo e rimettersi in forma, non lo sopportava.
Il marito, tossico del gioco, partì appena la moglie ebbe sgravato. Stavano tutti bene, non avrebbe fatto figuracce e poi, fu scoperto dopo, insieme a tutto il resto, doveva a andare a Parigi per vendere la casa.
Dalla sua nascita i soggiorni nei luoghi amati, si diradarono sempre di più e la madre, non sapendo nulla, incolpava il figlio di tutto.
Messo in mano a una balia passò, rapidamente, in quelle di Sandrina che, avendo visto come stavano le cose, preferiva tenerlo lontano dalla madre che lo reclamava solo quando era necessario esibirlo.
Un giorno la madre si spaventò del comportamento – quasi selvaggio – del figlio e lo spedì in collegio sino alla maggiore età.
Ogni anno Renato tornava a casa, il padre sempre in giro, la madre sempre assente, rimaneva con la servitù.
La madre ogni tanto si accorgeva di come il figlio stesse crescendo ma non ci faceva mai troppo caso: si comportava bene e questo era sufficiente.
La nobildonna si rese conto del figlio, di chi fosse in realtà, quando dovette accoglierlo in casa alla maggiore età, in attesa di spedirlo in qualche università, preferibilmente lontana.
Tutto girava intorno a Donna Elvira, sempre occupata, prima e dopo il tracollo finanziario, a mostrarsi e a mantenere alto il suo prestigio e quello delle sue origini, la casa era il fulcro del suo vivere.
Renato ritornò alla “casa delle rose” in modo definitivo, laureato in botanica, ben cosciente di chi fosse e cosa volesse.
I suoi modi perfetti, la sua dolce autorità e la sua bellezza – era diventato un bellissimo uomo – lo fecero diventare il punto centrale di attrazione della “casa delle rose”.
Nel tempo di un’estate spodestò, senza volerlo, la madre dal ruolo di imperatrice assoluta di quel regno.