IL MANGIATORE DI FIORI 8°

Furono tre settimane piacevolissime per tutti. Sophie, questo era il nome della giovane signora alla quale Renato, ormai, stava facendo la corte. Un corteggiamento nel suo stile: discreto e attento.

Portavano in giro per il lago anche i genitori di lei che erano estasiati da quel bell’uomo. 

Pensavano di non aver speranze di maritare la figlia. 

Sophie aveva sempre rifiutato tutti, nessuno riusciva a farsene una ragione. Con Renato sembrava non fosse così ma rimanevano scettici, come se la loro amatissima figlia, quella bella donna, nascondesse un segreto.

“Una coppia favolosa” e Teresa, alzò la testa dall’uncinetto, mentre ricordava la loro immagine.

Sembrava che due anime gemelle si fossero incontrate. Anche lei aveva una grande passione per i fiori, che amava dipingere.

Nacque il progetto di un libro di acquerelli della “Casa delle Rose” e del giardino botanico.

I due, ormai innamorati, iniziarono ad organizzare la struttura del libro.

Durante quelle chiacchiere creative, Renato avrebbe voluto dirle del suo piccolo difetto, della sua piccola mania di mangiare i fiori. 

Le avrebbe raccontato la storia, l’idea che gli venne dall’Odissea mentre soffriva la fame chiuso in camera, fino all’attuale sostare sotto il bersò in primavera e la marmellata di rose.

Quel tardo pomeriggio lui arrivò di fronte al muro di rose, lei gli aveva dato appuntamento proprio al suo posto preferito. Sarebbero andati in passeggiata, al tramonto.

Quando arrivò vide che Sophie aveva la testa tra le rose.

Si avvicinò e le prese le spalle per girarla.

La donna si spaventò, si girò e stava masticando, con i petali in faccia, una rosa intera.

Renato indietreggiò allibito. Anche lei! Anche lei è una mangiatrice di fiori. Non ci poteva credere.

Lei, che non sapeva della comune, bizzarra, passione divenne del colore dei petali che aveva in faccia e cercò di spiegare.

Renato la fermò: “le spiegazioni per dopo, mia cara” e si infilò una rosa intera in bocca, iniziò a masticare con gran gusto.

Sophie comprese che aveva trovato la sua anima gemella.

In modo più educato fece lo stesso: staccò un’altra rosa, si pulì dai petali schiacciati sulle gote e iniziò a masticarla con gran gusto.

Si guardarono in faccia e poi, ridendo affondarono insieme la faccia nel roseto. 

Quel giorno non andarono a fare la passeggiata ma restarono tra i fiori a gozzovigliare a modo loro.