Proseguiva con le sue pratiche e gli studi sulla mummificazione perché se quei metodi conservavano i morti, potevano anche migliorare lo stato dei vivi.
Questo pensava Isabella che non amava i chirurghi plastici, le iniezioni, men che meno le estetiste, sempre piuttosto volgari, promettevano solo false migliorie.
In effetti si teneva molto bene, ormai aveva quasi cinquant’anni e una pelle di pesca, liscia e rosea; anche il corpo, dalle belle forme femminili, era tonico e in forma nonostante non frequentasse palestre.
Amante sopraffina quando adescava, un uomo che trovava gradevole, cominciava a sedurlo su Skype, con chiamate sexy e pian piano, sesso a distanza.
Cotto il pollo come si deve, con la pelle che si stacca perfettamente, lo toglieva dallo spiedo della comunicazione virtuale e gli proponeva un incontro da lei: un fine settimana di fuoco.
Questa bella donna bionda e prosperosa, capita la razza del pollo si adeguava con voluttà.
Un completo di seta grigia e pizzi o, se era il caso, il body di pelle nera con lacci, stivaloni alla coscia con tacco in metallo, la divisa della cameriera o della dottoressa.
Si divertiva un mondo.
Quando il pollo arrivava da lei, prostrato da un desiderio procrastinato per un tempo che sembrava infinito, passavano un fine settimana meraviglioso.