Il patto tradito.

Diritti animali e coerenza: fra bugie del marketing e scorciatoie etiche di alcuni difensori

da Ermanno Giudici | Ago 3, 2021 | AllevamentiAnimali d’affezioneCattività, circhi e zooEditoriali | 0 commenti

Diritti animali e coerenza
Riccio africano – animale selvatico esotico da non acquistare e tantomeno liberare in natura

Diritti animali e coerenza, un binomio spesso difficile da far suonare in modo armonico, che troppe volte produce dissonanze difficili da accettare. Sulle quali spesso e volentieri si sorvola, quasi come se parlarne rappresentasse un tabù. Un problema che non riguarda solo gli acquisti di animali da “cattività”, termine forse più adatto rispetto alla definizione “da compagnia”. Dove inizia e dove finisce il confine fra rispetto dei diritti e amore, fra commercio e abbinamenti di interessi contrastanti?

Il commercio di animali, purché rispetti le varie normative su tutela delle specie minacciate e sicurezza pubblica, è un’attività legale, come mi ha fatto recentemente notare sui social una nota catena di negozi, con annesso pet shop. Questo è verissimo, ma lo è altrettanto il fatto che non tutto quello che è legale abbia un valore etico almeno neutro. Far allevare animali non domestici, esotici e/o selvatici, con l’unico scopo di farli vivere in cattività non rappresenta un valore eticamente accettabile. Generazioni e generazioni di prigionieri nati per soddisfare i bisogni di qualcuno ma desinati a condurre un’esistenza misera.

Eppure sul commercio di animali, quando non parliamo di traffici illegali, dai cuccioli della trattaa agli animali protetti dalla CITES, si alzano ben poche voci. Molte associazioni sono abbastanza “tiepide” su questi argomenti, forse perché i destinatari della critica spesso coincidono con una larga fetta dei propri sostenitori. In altri casi ci sono realtà che in qualche modo fiancheggiano i commercianti di animali, organizzando raccolte di cibo nei loro punti vendita. Esattamente per lo stesso motivo di affinità: chi entra in un garden con annesso pet shop è probabilmente portato a guardare con simpatia chi si occupa di randagi.

NON DONATE MAI, DICO MAI, ALL’ENPA NAZIONALE MA ALL’ENPA DELLA VOSTRA CITTÁ !!!

Diritti e coerenza, se sono riconosciuti come un valore, non possono essere immolati sull’altare della necessità

Dietro il commercio di animali da cattività si nasconde un mondo fatto di sofferenze. Sia che si tratti di animali catturati in natura, per fortuna oramai sempre meno, che di quelli allevati per questo scopo. Per capirlo basta vedere le condizioni di esposizione e vendita nella stragrande maggioranza dei negozi: con la scusa che si tratta di situazioni temporanee spesso gli animai in vendita sono tenuti in modo trascurato, privi della possibilità di potersi comportare secondo le loro necessità etologiche.

Manca però una sensibilizzazione dei “consumatori”, termine che ben si adatta a chi compra animali da pochi euro come criceti, canarini, pesci rossi, tartarughine. Specie che costano poco, chiedono poco e muoiono spesso, per la gioia di allevatori e commercianti. Che grazie a questo rapido turn-over possono vendere sempre nuovi esemplari. Per non parlare delle condizioni di vita a cui gli animali da cattività sono sottoposti nelle case.

Il più venduto e il meno considerato è sicuramente il pesce rosso, animale simbolo della sofferenza muta. Molte persone che hanno acquistato in passato questi animali spesso confessano di essersi pentiti della scelta, avendo compreso la sofferenza. Ci sono invece altre persone che ancora pensano che il loro presunto amore possa lenire ogni sofferenza, ma questa purtroppo è davvero un’illusione per tutte le specie non domestiche come cani e gatti.

La sottile linea rossa che divide la necessità dall’adesione, l’acquisto di prodotti dalla sponsorizzazione

Questa è un altra tematica delicata, in molti casi un vero e proprio nervo scoperto, che espone l’etica a sollecitazioni innaturali, piegandola più alle necessità economiche che alle scelte etiche. Come avviene per esempio quando diritti degli animali e case farmaceutiche, che notoriamente fanno sperimentazione sugli animali, vanno stranamente sottobraccio. Un fatto eticamente difficile, se non difficilissimo da digerire.

I farmaci sono necessari alla cura degli animali e questo è un dato di fatto innegabile. Diversa però è la posizione del cliente, per necessità, da chi accetta di essere sponsorizzato da una casa farmaceutica. Sono due comportamenti eticamente differenti che meritano di essere distinti, ma anche di successivi e futuri approfondimenti. Credo che non ci possano essere buon scopi da condividere con cattivi alleati, diversamente l’etica diventa ad assetto variabile, priva di punti di riferimento.

In fondo sarebbe un po’ come se un’associazione umanitaria servisse nelle sue mense pasti confezionati con prodotti che derivano dallo sfruttamento dei lavoratori, dal caporalato. Un fatto che apparirebbe così stridente da finire sulle prime pagine dei giornali. E nessuno troverebbe disdicevole che qualcuno abbia fatto emergere una realtà così grave. Certo il caporalato è illegale e la sperimentazione sugli animali ancora no, ma il burrone etico non è diverso.

IL LIBRO DI ERMANNO GIUDICI: molto interessante, bello, emozionante per chi ama gli animali.

Chi è Ermanno Giudici? l’ex responsabile ENPA MILANO che sì è dimesso a luglio dall’incarico per incompatibilità riguardo alle scelte dell’organismo nazionale (che da sempre non distribuisce le donazioni a nessuno ma le intasca..vedi l’ex presidente Enpa (L’ex presidente nazionale Paolo Manzi è stato condannato per appropriazione indebita, stesso discorso per l’ex tesoriere Piero Villa, attualmente sotto processo. Stesso destino per il presidente della sezione di Cagliari, condannato per aver sottratto 330mila euro.13 feb 2018).

Altra storia, ormai antica che riguarda l’ENPA…qui sotto riporto.

Le cose non sono cambiate. Se andate a vedere il sito ci sono gli stessi cani da adottare a distanza da almeno 8 anni. E per me tutto iniziò quando adottai Fiona( tuttora presente con la stessa foto..)un pitbull che allora aveva già 4 anni e adesso ne avrebbe quasi 12…un pitbull..della quale non ho mai avuto notizie anche se richieste più volte.

NON DONATE MAI, DICO MAI, ALL’ENPA NAZIONALE MA ALL’ENPA DELLA VOSTRA CITTÁ !!!

Edoardo Stoppa si scontra con l’Enpa: polemica per il servizio di Striscia la notizia

Edoardo Stoppa si scontra con l'Enpa: polemica per il servizio di Striscia la notizia

Un servizio di Edoardo Stoppa di poche ore fa mandato in onda durante la puntata di “Striscia la notizia” ha evidenziato delle criticità dell’ente di protezione animali

Nuove ombre sull’Enpa (Ente nazionale di protezione animali). E, questa volta, a cercare di fare chiarezza sulle molte vicende che sembrano essere molto poco chiare è l’inviato di Striscia la notizia Edardo Stoppa. L’animalista, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni un po’ da tutta Italia, ha deciso di rivolgersi direttamente alla fonte, ovvero al presidente dell’associazione Carla Rocchi che, come potete vedere nel filmato pubblicato al termine dell’articolo.

Edoardo Stoppa e gli scandali Enpa

Stoppa inizia subito con una precisazione: l’associazione, istituita addirittura da Giuseppe Garibaldi nel 1871, è formata per la maggior parte da volontari che hanno davvero a cuore il benessere degli animali. Oggi, però, è un vero colosso con entrate milionarie (il patrimonio si aggira intorno ai 18 milioni di euro l’anno) e, sempre più spesso, è finito al centro di diversi scandali. L’ex presidente nazionale Paolo Manzi è stato condannato per appropriazione indebita, stesso discorso per l’ex tesoriere Piero Villa, attualmente sotto processo. Stesso destino per il presidente della sezione di Cagliari, condannato per aver sottratto 330mila euro. Ma, attenzione, la denuncia di tali criticità arriva da un altro ex tesoriere, Sergio Sellitto, che è all’interno dell’Enpa da 25 anni. Perché alcune di queste persone ancora ricevono soldi dall’ente, nonostante siano finite al centro dei suddetti scandali. Come c’è poca chiarezza su come e dove fare le donazioni.

L’incontro con Carla Rocchi

Con tutti questi dubbi Stoppa ha deciso di rivolgersi a Carla Rocchi, l’attuale presidente Enpa. Il primo scontro è sul caso di Deiana, il coordinatore della Sardegna e presidente della sezione Cagliari sopra citato. Per la Rocchi il procedimento a suo carico non riguarda l’Enpa, ma la signora che lo ha denunciato lo aveva cercato proprio per il suo impegno nell’associazione come si legge nelle carte processuali. Ora lui è stato allontanato dall’organizzazione, ma per l’inviato di Striscia questo provvedimento è arrivato tardi. Poi l’attenzione si sposta sull’ex presidente nazionale Manzi, condannato a 28 mesi, che è comunque rimasto nel consiglio. Anche qui le posizioni sono in contrasto per la Rocchi è solo un nome, ma non fa partecipa né prende decisioni, per Stoppa andrebbe allontanato, servirebbe una presa di posizione. Insomma, se non lo avete già fatto, guardate il servizio. Ne vale la pena.

Da Striscia la Notizia:

 https://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/enpa-ente-nazionale-protezione-animali_31557.shtml

NON DONATE MAI, DICO MAI, ALL’ENPA NAZIONALE MA ALL’ENPA DELLA VOSTRA CITTÁ !!!

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6 risposte a "Il patto tradito."

    1. auacollage ha detto:

      Nel tempo ho conosciuto Ermanno Giudici e non scrivo quello che mi personalmente raccontato. Non sai che attacchi alle sedi “oneste”!!
      Grazie alla,forse inesistente pit bull Fiona sono andata ad approfondire questa realtà assurda. ENPA nazionale e Bayer insieme ( pesticidi e vivisezione …) si trova qualcosa riguardo a questa sponsorizzazione bepanthenol tattoo…il lato misericordioso delle multinazionali..prima li ammazzo e poi li benedico…)

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    1. auacollage ha detto:

      GRAZIE!!!!!🙏👍🏼👍🏼👍🏼👍🏼👍🏼🙏🥰🥰🌺🌺🦦🦦🦦🦦🦦🦦🐋🦈🐆🦓🐘🦛🦒🦘🦬🐃🐂🐑🐩🐩🐈‍⬛🐈🦝🦧🦓🦣🐅🐊🦭🦈🦔🐿🐀🐁🦥🦦🦡🦨🦢🦩🕊🕊🕊🕊🕊🕊🕊

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